Incontri ravvicinati

Come fare una buona intervista in podcast

Oltre ad essere uno dei format più belli per un podcast, l’intervista è un’esperienza bellissima. Per un giornalista poi l’intervista è la forma di comunicazione più alta. È il mezzo d’indagine più potente, serve a scoprire verità e svelare menzogne. Durante un’intervista il cronista si trasforma in profiler per capire se chi ha davanti sta dicendo qualche sciocchezza e, in questo caso, incalzarlo un po’.

Questo ha senso anche per i podcast ovviamente.

Un podcast con un’intervista non è in automatico un’inchiesta giornalistica. Segue regole e schemi di un’intervista “classica”, con domande fatte per arrivare ad una determinata verità, ma somiglia di più ad un invito a casa e quando ospiti qualcuno a casa tua devi far sentire l’ospite a suo agio.

Intervista, che cos’è e perché è importante farla bene

Sì, ma cos’è un’intervista? È un dialogo. Dato un argomento X di rilevanza Y, il giornalista sottopone al suo ospite una serie di domande precise con lo scopo di ottenere notizie o smentire una bugia.
Una buona intervista porta sempre una nuova consapevolezza a chi la legge o la ascolta e arricchisce chi la fa e chi la riceve.
Questo format funziona perché ti dà margine di sperimentazione. E poi un’intervista ben fatta accresce anche la tua autorevolezza.

Di che si parla in un’intervista?

Di notizie. In ambito giornalistico l’argomento di un’intervista non è negoziabile: deve avere rilevanza per tutti, avere cioè una notiziabilità alta.

Notiziabili sono tutti quei fatti che per loro struttura interessano un’intera comunità. Il fatto che domani mattina debba andare a comprare il latte non è notiziabile perché riguarda solo me e il mio frigorifero. Il fatto che un gruppo di facinorosi vestiti da Village People entrino nel Campidoglio di Washington, istigati dall’ex presidente americano, a pochi giorni dall’insediamento del nuovo presidente è notiziabile.

E coi podcast?

Quando si parla di podcast però, il panorama cambia sensibilmente. Potrei dirti infatti di scoprire la notizia che sei. Qual è il tuo podcast? Di quale argomento parli? Se ti occupi di sistemi frenanti per ascensori, il tuo pubblico è profilato in una maniera specifica. Sarà composto in maggioranza da ingegneri, tecnici di manutenzione, operai. Chi e cosa vogliono ascoltare? A loro non interessa cosa succeda negli USA al termine della presidenza di Trump, che tecnicamente è NOTIZIA, ma capire quale sia il mezzo più giusto per evitare che un ascensore finisca nel baratro. Nei podcast la notizia che conta è quella che vale per la tua platea.

L’ospitologia: trova l’ospite perfetto

Chi è allora l’ospite giusto? Non esiste una risposta univoca. Devi studiarlo in base all’argomento del podcast e soprattutto in base al tuo pubblico.

La caccia all’ospite va strutturata in base ad un piano editoriale che dovrai stilare mensilmente. In questo modo sarà più facile iniziare a lavorare sull’organizzazione degli episodi, anche perché ci vuole tempo per armonizzare le esigenze di tutti.

Quindi, posto un argomento X, devi trovare un ospite Y per affrontare quel tema nella maniera più giusta: ovvero con chiarezza e scatenando la curiosità e l’emozione di chi ti ascolta.

Come la trovi la tua listener persona? Devi diventare un segugio che segue le tracce lasciate in giro. Cerca online tutto ciò che è affine all’argomento che hai scelto e guarda chi interagisce e come. Controlla che tipo di domande fanno, quali sono le loro esigenze e traccia l’identikit.

Il lavoro può durare molto e assestarsi dopo un po’ di tempo, perciò calma. E fatti un’altra domanda: chi vorresti che ti sentisse? Quando prepari un podcast sai già a chi è diretto. Non ti sforzare di generalizzare per parlare a tutti. Parla solo chi sa ascoltarti.

Come contatto l’ospite

Per arrivare ad un ospite puoi contattarlo direttamente, se la sua mail è nota, oppure agire attraverso il suo ufficio stampa, la persona o il team di persone che si occupano dell’aspetto comunicazione. Possono essere necessari dei giorni per avere una risposta, perciò tienine conto quando stai organizzando le interviste per il tuo programma.

Prepara sempre un piano B di livello assoluto scegliendo per ogni argomento tre o quattro soluzioni diverse.

In sede di presentazione racconta chi sei e cosa fai. Non devi mandare il tuo intero curriculum vitae, ma dare quelle informazioni che ti facciano mettere a fuoco. Perciò manda i link al tuo sito, al tuo podcast e se lo hai, un press kit aggiornato, con i numeri veritieri della tua attività.

Spiega con semplicità cosa vuoi sapere e perché hai scelto proprio lei o lui per parlarne. Non è solo una questione di lusinga, ma è giusto che sappiano bene che, se sono stati contattati, è perché ci si aspetta delle cose: dichiarazioni, commenti, riflessioni, notizie. Se stimi in maniera particolare il tuo ospite, diglielo spontaneamente, ma senza salamelecchi. Dimostrale o dimostragli di conoscerlo.

Tratta con cura l’ospite

Tutti più o meno sanno cosa sia un’intervista, ma non tutti sanno cosa voglia dire essere intervistati. Non darlo mai per scontato. Per questo, in alcuni casi, i tuoi ospiti, soprattutto quelli poco avvezzi a stare sotto i riflettori, devono essere rassicurati sulle cose che volete sapere, sulla durata dell’intervista, su eventuali conoscenze tecnologiche da sapere o requisiti tecnici da avere. Non è una premura da poco.

Così, può essere necessario mandare già la lista di domande in modo da dar loro il tempo di prepararsi. È una cosa che non faccio spesso, perché a volte è meglio che l’intervistato sia colto di sorpresa per avere una risposta efficace. Non parlo di agguati, ma di immediatezza di risposta.

La lista di domande non è obbligatoria, tuttavia, alcuni argomenti, specialmente quelli legati all’ambito della salute o le storie personali, necessitano di maggiore cura ed è un bene. Il tempo in più impiegato per trovare le domande giuste, scriverle e inviarle, è sempre tempo guadagnato. Specifica sempre, poi, che l’ora stabilita è quella in cui farete l’intervista.

E se ti chiedessero di cambiare le domande? La risposta è: mi dispiace, ma no. La domanda si fa così com’è, ma è nella libertà dell’intervistato rispondere o no. Una non risposta è in genere una buona risposta.

Le domande: il viaggio dell’eroe

Se non conosci il libro di Christopher Vogler, Il viaggio dell’eroe, ti consiglio caldamente di acquistarlo e leggerlo con avidità. Non è solo una lettura piacevole ed appassionante, diretta agli scrittori e sceneggiatori, ti dà più di uno spunto per scrivere bene un podcast. E un’intervista. Fare le domande giuste è parte integrante del gioco. Non è necessario che siano domande filosofiche. Mi è capitato in un più di un’occasione che le risposte più belle arrivassero alla domanda «Come sta?».

Ma se non sai cosa chiedere o non sai da dove partire, comincia a pensare al viaggio dell’eroe. Immagina che il tuo ospite o la tua ospite siano protagonisti di una storia meravigliosa. Sono partiti dal loro Mondo ordinario, sono stati chiamati a fare qualcosa di speciale, hanno avuto paura, hanno trovato l’aiuto di qualcuno, hanno superato decine di prove, hanno vinto (o hanno perso). E sono arrivati da te.

Ti ho elencato in piccolo tutti i passaggi del viaggio dell’eroe. Prova a usarli come traccia per le domande: Com’era il suo mondo prima di…? Cosa è successo per spingerla a…? Come si è sentita quando…? Quando ha pensato di non potercela fare? Chi l’ha aiutata? E adesso come si sente? Modula queste domande a seconda del tuo ospite e avrai già una buona base per una buona intervista.

Naturalmente, se il tuo scopo è quello di avere una notizia, e non solo di intrattenere, dovrai andare al nocciolo della questione appellandoti alle 5 W del giornalismo: chi, cosa, dove, quando, perché. Una volta trovato lo schema, improvvisare riuscirà più semplice.

Orecchie aperte

Un’intervista non può essere una raffica di quesiti. Dare la sensazione che la chiacchierata sia un elenco di domande e risposte concordate è poco professionale. Perciò, ascolta sempre quello che ti dice l’ospite. Sempre. Devi avere i sensi allertati e interagire, perché può capitare che ti chieda un parere su una sua affermazione o ti faccia una domanda. La trovo una bellissima possibilità che rende il dialogo dinamico e interessante. Per interagire, però, è necessario che tu abbia studiato per bene l’argomento di cui parlate e la persona che stai intervistando.

Per questo ti consiglio di monitorarla H24 e annotare ogni piccolo aggiornamento della sua vicenda. Devi sapere tutto ma proprio tutto di lui o di lei. Pubblicazioni, ospitate in TV, scandali. Scopri il suo piatto preferito, perfino il segno zodiacale. Rivolgiti a Google, digita il suo nome e fai subito una ricerca nelle ultime notizie per vedere se ti è sfuggito qualcosa.

Un giornalista parte sempre dalle novità, ma anche se non sei giornalista devi tener conto di quello che sta succedendo in tempo reale nella società. E anche nella vita di chi stai intervistando. Parlare con una stilista dei nuovi costumi da bagno dell’estate 2020 non può prescindere dalla crisi che abbiamo attraversato tutti, compresa la tua ospite, durante la pandemia. Non sarebbe reale.

Fai pure domande impertinenti. Ricorda: sta nella libertà dell’ospite rispondere o meno. Può succedere che sia un po’ risicato nelle risposte. Prepara quindi sempre un elenco di domande evergreen da fare in caso d’emergenza.

Al contrario, se l’ospite è molto prolisso puoi tagliare qualcosa in montaggio. Tagliare vuol dire solo togliere l’eccesso ma non distorcere il senso profondo delle risposte. Può essere una mossa furba appuntarti il minuto dell’intervista in cui rivela la notizia o la dichiarazione più succosa.

Il mezzo è importante

Scrivevo prima di conoscenze tecnologiche da sapere o requisiti tecnici da avere. Specifica se si tratta di un’intervista audio e non video e che tipo di mezzo userai (cellulare, Skype, Zoom e via di seguito). Un’intervista telefonica non necessita di particolari accorgimenti tecnici per l’ospite. Basta che risponda al telefono in situazioni di calma e senza rumori fastidiosi. Per quanto mi riguarda utilizzo un mixer con un cavetto che collega il mio cellulare, il microfono e le cuffie.

Non è una soluzione pratica ma è la migliore per la qualità audio dell’ospite. Se invece l’intervista dovesse essere fatta su Zoom o simili, preoccupati di mandare per tempo il link via mail per poter accedere alla piattaforma. Puoi registrare la chiamata tramite la funzione interna di Zoom, se sei l’organizzatore della call, o tramite una app di registrazione.

Meglio video o audio?

Personalmente amo fare le interviste al telefono. Sono una romantica della radio, per me la connessione con l’ospite è una suggestione. Adoro l’idea di non vedere la persona con cui sto parlando e il fatto che non mi veda. Siamo in due zone protette ed è molto evocativo.

Per un’intervista telefonica avrai bisogno come detto di un mixer con microfono e cuffie. Oppure puoi utilizzare dei registratori mp3 fatti apposta per i podcaster, come lo Zoom P4 Podtrac, che registrano contemporaneamente, su una scheda SD, la telefonata e la tua voce in alta qualità. Lo strumento ha una sorta di mixer incorporato e puoi arrivare ad avere ben 4 ospiti (3 in presenza e uno al telefono, sul canale 4). Due sono gli inconvenienti: il costo dell’oggetto, che si aggira attorno ai 200 euro, e il fatto di dover utilizzare quindi comprare per ogni ospite un microfono dotato di connettore XLR o Cannon. Valuta ovviamente se investire o meno.

Se non vuoi fare una classica intervista telefonica, ci sono poi delle app che ti permettono di registrare a distanza e in ottima qualità come Zencastr. È davvero un servizio web formidabile, gratuito fino ad una certa soglia e poi a pagamento. Consente di fare interviste ad altissima qualità, addirittura in .Wav a 16 bit nella versione a pagamento (formato di qualità addirittura troppo alta per un podcast). In pratica una volta creato il tuo account effettui il login e di fatto mandi degli inviti a partecipare ai tuoi ospiti.

Assicurati che i microfoni di tutti siano settati correttamente (nel caso Zencastr ti facesse problemi con le autorizzazioni, sblocca il tuo microfono da Chrome, cliccando sul lucchetto in alto a sinistra e abilitando il tuo microfono). Zencastr registrerà le tracce degli ospiti separatamente. Al termine dell’intervista la app salverà i file singolarmente che potrai importare sul tuo software di editing, tagliare e montare.

Skype ti dà la possibilità di registrare l’intervista (ahimè non in alta qualità, sui 76 kbps). Per farlo, assicurati nei settaggi audio di Skype di collegare il tuo microfono esterno all’applicazione (un buon microfono dinamico con presa USB da attaccare al tuo PC). Se anche il tuo ospite ha un microfono esterno, accertati che segua il tuo stesso iter. Hai due opzioni in questo caso. La prima, la più veloce, è far partire la registrazione della call e al termine estrarre l’audio dal video. Skype registra sempre in formato video Mp4 anche se decidi di registrare solo l’audio della chiamata. Il file della registrazione resta disponibile in chat per 30 giorni e potrai scaricarlo sul tuo computer per editarlo.

Utilizzando Quicktime potrai importare il file e aprire solo l’audio per salvarlo in Mp3. Altrimenti, utilizza un buon programma online per convertire i video in audio (io uso Media Converter). La seconda, più complessa, prevede che sia tu che il tuo ospite abbiate installato un software di registrazione come Audacity. Dovrete azionare in contemporanea, o giù di lì, anche la registrazione su Audacity (sempre collegando nella maniera giusta i vostri microfoni) per avere due file in locale buoni da montare successivamente. A quel punto sarà il tuo ospite a inviarti il suo pezzo di intervista con un We Transfer.

Galateo dell’intervista

Segnala sempre che stai per far partire una registrazione di prova per sistemare i livelli audio ed eventuali problemi tecnici. È una questione deontologica importante: avvisare l’ospite che la registrazione è attiva vuol dire metterti al riparo da possibili problemi legati alla privacy, è un gesto di correttezza. In quel momento l’ospite ti sta dando l’autorizzazione a partire.

Cosa devi valutare durante la prova? Di sicuro i livelli di registrazione, il volume del tuo microfono e dell’intervento che registri. In estrema sintesi, dovrai assicurarti che la tua voce arrivi chiara, che la sua voce arrivi chiara e che la registrazione funzioni. Perdere tempo in questa fase può rivelarsi un salvavita. Perciò se qualcosa non funziona, fermati subito e ricomincia. Non preoccuparti.

Durante la prova audio chiacchiera con il tuo ospite per metterlo a suo agio e anche per stare tu in serenità. Immagina di avere dall’altra parte del telefono o dello schermo Michelle Obama, l’emozione è bellissima e se passa attraverso la tua voce l’intervista sarà ancora più bella, ma mantieni la calma. Ti garantisco che dopo il primo minuto di chiacchierata tutto funziona.

Chiedi ai follower

Una cosa che può esserti molto utile in termini strategici è anche chiedere ai tuoi followers quale argomento o domanda vorrebbero fosse fatta a quel determinato ospite, invitandoli a lasciare commenti sotto all’episodio. In questo modo aumenterà l’engagement sulle tue pagine o sui gruppi che gestisci

Prima di premere REC

Il foglio su cui hai scritto deve essere leggibile e ben illuminato. L’ultima cosa che vuoi è fare rumore avvicinando il foglio agli occhi perché non riesci a leggere (tratto da una storia vera). Perciò accendi bene le luci e scrivi le domande senza refusi. Prova a leggere questo: «Cosa ricrodi di quell’esperienza?». Sì, hai aggrottato gli occhi per vedere cosa avevi scritto, perdendo il filo per una frazione di secondo. Scrivi senza refusi.

Chiudi il tuo microfono quando parla l’ospite, in questo modo non solo non ti sovrapporrai a lui, ma se hai necessità di schiarire la voce, prendere un appunto, afferrare un foglio che avevi dimenticato puoi farlo senza fare rumore e rovinare l’intervista. In assoluto è la cosa migliore da fare anche per evitare di sentire rumori di fondo. Apri il microfono qualche secondo prima della fine della risposta del tuo ospite (lo percepisci) in modo da agganciarti velocemente.

Se l’intervista avrà anche un corrispettivo scritto o semplicemente vuoi preparare delle grafiche, chiedi delle foto da poter usare. Foto belle e che il tuo ospite ama particolarmente. In fin dei conti anche il suo volto sarà pubblicizzato online. È una premura in più che accresce la tua credibilità e la tua professionalità.

Ricorda di condividere il link con l’intervista all’ufficio stampa che ti ha aiutato a realizzare l’intervista. Anche questa è una premura molto apprezzata. Non ti costa nulla e di sicuro quella persona si ricorderà di te negli anni a venire.

Il prossimo consiglio è uno di quei suggerimenti che posso darti grazie all’esperienza: sistemati bene. Vestiti di tutto punto, come se dovessi fare un colloquio di lavoro. Non fare l’intervista in maniera sciatta, in pigiama ed infradito. Outfit che puoi usare come meglio credi quando vuoi, ma non durante un’intervista. Credimi, la cura che rivolgi a te stessa o a te stesso passa anche a chi stai intervistando.

Idrata la gola con dell’acqua e metti del burro di cacao sulle labbra.

Ovviamente, sii puntuale. Chi ti parla ti sta concedendo del tempo prezioso, che è poi il tuo stesso tempo prezioso.

Avverti sempre con considerevole anticipo se ci dovessero essere degli inconvenienti o slittamenti. Se Bill Gates ti dà appuntamento il 13 agosto alle 7.59 per una telefonica registrata, però, alle 7 devi essere già davanti al PC. Se hai un Apple, non glielo dire.

Se il mondo dei podcast ti incuriosisce e vuoi saperne di più, scrivimi e facciamo una bella chiacchierata. C’è così tanto da scoprire!

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